EPISODIO 1
Ero in vacanza in una località estera esclusiva (non faccio nomi per evitare di ostentare la mia fortuna) e un giorno, mentre stavo scendendo dall’auto nel parcheggio del mio residence, vidi una coppia sposata con al seguito una bambina di circa 6/8 anni. Purtroppo la madre era palesemente malata e aveva notevoli difficoltà di movimento. Non sono un medico, ma mi è parso di capire che avesse una sorta di distrofia muscolare.
L’uomo accudiva la moglie in tutto: scaricava dalla macchina il lettino e l’ombrellone usato in spiaggia, i giocattoli della bambina e metteva a posto le cose personali della moglie (borse, vestiti, ecc.). poi, l’aiutò a vestirsi e l’accompagnò fino all’ombra del palazzo, per metterla al riparo dal caldo. Subito dopo, fece scendere dall’auto la figlioletta, la prese per mano e la portò dalla madre. Le due si diedero un abbraccio bellissimo. La piccolina mise le braccia intorno ad una gamba della mamma, come se la volesse proteggere, mentre la stessa – allo stesso tempo – cercava di tenerla stretta, anche se era evidente che avesse delle notevoli difficoltà nel farlo. Ancora adesso che ci penso, mi viene la pelle d’oca. Non avevo mai visto una situazione del genere. Il padre, una volta terminati i lavori di scaricamento dell’auto, si avvicinò alla sua famiglia, diede un bacio alla moglie, prese nuovamente per mano la bambina ed entrarono tutti insieme nel portone per salire in casa.
Qualche secondo prima che salissero in ascensore, riuscii a guardare attentamente i loro visi e mi accorsi che lui aveva un sorriso di sostegno per la moglie, quasi a sussurrarle: “tranquilla, mi prenderò io cura di te fino alla fine dei nostri giorni insieme e di nostra figlia per tutta la vita.”, mentre la moglie lo guardava come se gli stesse urlando: “Grazie per quello che stai facendo per me e per nostra figlia! Ti ho sempre amato e ti amerò per sempre!”.
Quando rimasi da solo nel parcheggio, riflettei su ciò che avevo appena visto e mi posi queste domande: “Ma qual è il vero senso della vita? Le sgallettate di oggi sulla spiaggia che si facevano foto ammiccanti e selfie esibizionistici come se non ci fosse un domani o il dolore e l’amore di questa coppia? Perché devo vivere la superficialità di gente inutile come un culo senza buco quando ci sono persone che potrebbero insegnarmi la vita ed essere di esempio alla mia esistenza terrena? Perché esistono persone per le quali la vita è un mojto, due tette e una trombata e ci sono persone che devono affrontare problemi e dolori indicibili nella vita? Ma soprattutto, da che parte voglio stare io? Con gente superficiale o con le persone che soffrono e che, molto probabilmente, avrebbero bisogno di una parola di conforto e di un aiuto? Proprio in quel momento feci la mia scelta: io starò con chi ha bisogno del mio aiuto e non con “gentaccia da movida” o ITALIOTI (Aka italiani idioti) da quattro soldi!
EPISODIO 2
Durante una vacanza estiva (Agosto 2022) trascorsa in Argentario (Porto Santo Stefano), nella quale noleggiai ombrellone e lettini sulla spiaggia della Feniglia, mi trovai catapultato nel fior fiore della società romana (se certo 😊) e capii subito di essere atterrato in un ambiente sociale totalmente diverso da quello che sono io come persona. Mi bastarono pochi giorni per notare che quello che appariva come il “salotto buono” di Roma era in realtà una “turca a cielo aperto” della periferia di Timbuctù.
Io trovo spregevole, disumano, antisociale, miserabile, razzista e, soprattutto, un modo superato di essere cittadino del mondo il fatto di considerare un altro essere umano, sia esso del Pakistan, del Senegal, del Marocco o indiano, alla stregua di un’entità inesistente o, per meglio dire una sottospecie della razza umana. Questi italiani per bene e benestanti, quando un venditore ambulante straniero si avvicinava per tentare di vender loro qualcosa, non lo degnavano nemmeno di uno sguardo e non muovevano un muscolo. In pratica, restavano lì in silenzio, continuando a fare quello che stavano facendo come se niente fosse (leggere il giornale, parlare di politica, abboffarsi di cibo e vino come Alberto Sordi nel film “Le vacanze intelligenti”, spalmarsi la crema come Pamela Anderson in “Baywatch”, creare quella bellissima atmosfera famigliare in stile “burini arricchiti”, recitare in una fiction modaiola con il ruolo di “notaio e avvocato con le pezze al culo”, ecc.). Poi però, quando invece passava un cagnolino, gli facevano le carezze, li riempivano di complimenti e, talvolta, gli davano anche qualcosa da mangiare (esiste sempre un cane famelico in giro per l’Italia 😊). Le persone così sono proprio delle merde (ed è offendere la merda!). Ma come si fa dico io ancora a ragionare in questi termini, in un mondo in cui si viaggia in lungo in largo tutti i giorni, ci si mischia con altre culture e si ha accesso ad usi e costumi di quasi ogni paese del mondo, anche tramite internet?
Ora, senza nulla togliere ai miei cari amici pelosetti (che adoro in assoluto), credo che sia nostro dovere sociale trattare altri esseri umani come vorremmo essere trattati noi o almeno come trattiamo i nostri amici a quattro zampe.
Probabilmente costoro si sono dimenticati di quando – in giro per il mondo – si leggevano cartelli tipo “non si affittano case agli italiani”, “vietato l’ingresso ai cani e agli italiani” o quando i nostri compatrioti dovevano fare la quarantena (doccia, spidocchiamento e smistamento) a Ellis Island (New York, Stati Uniti) quando emigravano, a partire dal 1892? Credetemi che la loro indifferenza era degna di un medico delle SS di fronte a un internato di Auschwitz, prima di selezionarlo per la camera a gas.
Sinceramente, non credo che la presenza di tali venditori, seppur continua nell’arco della giornata, possa essere stata davvero un elemento di disturbo per una persona che conosce il vero valore della vita umana e le difficoltà che spesso si devono affrontare solo per essere nati e cresciuti nel posto sbagliato. Come non credo che 10 o 15 euro per una pashmina, 20 o 30 euro per una borsa, 10 euro per un costume da bagno o una maglietta o 8 euro per una collanina possano veramente mettere in crisi una persona che ha la fortuna di poter andare in vacanza (soprattutto a certe cifre) e magari portarsi pure altre 3 persone al seguito.
In realtà, ci vorrebbe veramente poco per dimostrare di essere dotati di un minimo di umanità e di aver ricevuto un’educazione dalla propria famiglia. Basterebbe dire così: “Ti ringrazio, ma non ho bisogno di nulla ora” oppure “Scusami, ma non mi serve niente” o ancora “Scusami, ma sto riposando ora, puoi ripassare in un altro momento?”, ecc.
Non potendo dire in faccia a tali personaggi ciò che realmente erano (per ovvi motivi), mi limitai a porre in essere un comportamento atto a prendere le distanze da tale umanità varia e a sottolineare marcatamente la differenza tra me e loro: spesi 185 euro in regalini vari per me e la mia compagna di vita sulla spiaggia (pashmine , collanine, borse, costumi, vestitini, anelli, braccialetti, ecc.). Lo feci proprio davanti a costoro e cercando di farmi notare il più possibile (ad es. ridendo, parlando ad alta voce, facendo notare che non badavo a spese e non facevo trattative con i venditori in questione). Mi sentivo come il Sultano del Brunei, solo che stavo a Orbetello e non a Dubai. Pensate che, ad un certo punto, stavo anche per dire alla famigliola dell’ombrellone di fronte (ovviamente con accento arabo): “Quanto vuoi tu per bambina bionda? Le donna. Quanto vuoi tu per tutte le donna? Le tue donna. Io compre tue donna, tutte. Moglie, bambina, signorine belle. Io voglio comprare tutte. Quanto vuoi tu per tue donne?”.
Non soddisfatto da tutto ciò, l’ultimo giorno di mare invitai uno di questi venditori senegalese a bere qualcosa insieme a me al bar (in mezzo ai finti ricchi di cui sopra). Avevo creato con lui una sorta di rapporto di amicizia, visto che ci vedevamo tutti i giorni. E’ stato bellissimo vedere le facce di questi turisti beoti che arrivavano sicuramente da “Barbonlandia” e non dai Parioli.
C’era però qualcosa che ancora andava fatto, prima di salutare questa casta di finti ricconi per sempre. Dovevo lasciare il mio tributo alla plebe e, siccome, ero già al centro della scena, lascia un segno definitivo del mio passaggio, dicendo: “Belin Ste, qui sono tutti ricchi, ma l’unico che spende soldi sulla spiaggia sono io!”. E lei rispose: “Amen fratello! Andate in pace tutti a fare in c…! Chi ci torna più qui?”.
EPISODIO 3
Una sera ero a cena con la mia compagna in un locale del centro di Milano, quando ad un certo punto entrò un venditore di rose. Fece il giro di tutti i tavoli proponendo la sua merce con discrezione e savoir fare. Il tutto per la spaventosa cifra di 3 euro a fiore. Purtroppo per lui, nonostante ci fossero 10 coppie all’interno del locale, fui l’unico che acquistò una sua rosa (oltretutto lasciandogli 5 euro perché non aveva monete sufficienti per darmi il resto).
Fatto sta che, il malcapitato giovanotto dovette confrontarsi con l’indifferenza della maggior parte degli altri commensali che con qualche “NO” (detto a bassa voce), oltre che con un paio di risate di uomini che si stava abboffando di cibo. Probabilmente ridevano perché non sapevano come uscire da quell’infausta situazione che li vedeva protagonisti di un esborso economico non voluto, non dovuto e, quasi certamente, incongruente con l’effettiva capacità economica a disposizione di tali personaggi. Sono assolutamente convinto che il loro sia stato un riflesso incondizionato per coprire l’imbarazzo del momento che io definisco sempre così: “Figura di merda di fronte al venditore di rose”.
Io rimasi completamente sbigottito nel vedere queste scene patetiche e mentre cercavo di distogliere la mia attenzione da codesta gente, il mio sguardo si fermò inesorabilmente sul tavolo che avevo di fronte a me. Vi era una coppia sui 35/40 anni, composta da un fighetto milanese e una sfigata forestiera (aveva un accento meridionale) che credeva di essere Paris Hilton. Quando il commerciante di rose gli si avvicinò, lui fece solo un cenno di dissenso con la testa e, senza nemmeno guardarlo, gli fece comprendere che la sua presenza non era gradita. Non smise nemmeno di parlare con la sua interlocutrice che, dopo essere arrossita, cercava istericamente lo sguardo degli altri, abbozzando un finto sorriso di compassione per l’extracomunitario che proponeva un gesto di galanteria al suo fidanzato. Sapete quella smorfia tipica di quando una donna è preda della vergogna (di fronte a tutti) per l’operato dell’uomo che le sta con lei, sia esso fidanzato, marito o, peggio, trombamico.
Io percepii il linguaggio corporeo dell’uomo, avendo – sin da subito – una strana sensazione. Mi sentii come se lui stesse dicendo all’omino delle rose: “Ma non mi rompere le palle immigrato di merda, che sto cenando con una figa!”. Se fosse stato per me, mi sarei alzato, mi sarei avvicinato al loro tavolo e gli avrei detto: “Tranquilli ragazzi, andate in pace che la cena ve la offro io stasera, però tu ora chiedi scusa al ragazzo delle rose perché è un essere umano, esattamente come te e me, anzi più come me che come te!”, ma non l’ho potuto fare, in quanto sono stato fermato dalla mia compagna. Mi sono limitato a sviluppare un pensiero su di loro e a condividerlo con la donna che amo e che merita molto più di una rosa, anche solo per il fatto di sopportarmi tutti i giorni.
L’elucubrazione fu la seguente: “Oh ma sei proprio un barbone! Sei a cena in un locale costoso con una bella gnocca e non le compri nemmeno una rosa da 3 euro? Ma che cazzo di uomo sei? Se fossi una donna, non ti toccherei nemmeno con le braccia di un’altra! A proposito di donne, c’è ne è anche per te amica! Tu sei davvero una sfigata che nessuno vuole se ti fai bombare da un personaggio di questo livello. Ma non ti vergogni? Ti senti davvero donna con uno del genere di fronte? Per lui non vali nemmeno i 3 euro della rosa! Pensa te come sei messa bene nella vita?”.
EPISODIO 4
Avete presente il detto “parenti serpenti”. Sappiate che è tutto vero!
Tempo fa aiutai mia cugina (disabile) a livello economico in ogni modo: mi sono offerto di farle rifare l’impianto elettrico di casa, cambiare i sanitari del bagno, ridipingere i muri e tutto quello che sarebbe servito per rimettere a posto il suo appartamento. Le dissi che le avrei mandato un mio amico che ha un’impresa edile per un preventivo dei lavori e avrei pagato io tutte le spese. Le ho fatto numerose volte la spesa per mangiare. L’ultima volta volle comprare 150 euro di formaggi al mercato, che manco lo sceicco Mohammed bin Rashid Al Maktoum (sovrano assoluto di Dubai) rifornisce così la sua cambusa.
Il risultato di tutto questo? L’amore di mia cugina per me? Si certo, come no? Mi sono accorto che mi usava come un bancomat! E’ arrivata persino a chiamarmi sul telefono di lavoro per chiedermi se potevo comprare le sigarette al fidanzato perché le aveva finite e non aveva i soldi per acquistarle. Ma stiamo scherzando!
E ora arriviamo al tema “Amici per interesse”. Lo conoscete anche voi? Credi di sì!
La faccio breve: un amico mi chiese 5000 euro in prestito e poi mi trattò come se gli interessasse solo che io risolvessi i suoi problemi economici. Prima promise di aiutarmi in caso di bisogno, ed effettivamente lo fece, solo che mi costò altri 2.700 Euro di elargizione monetaria a suo favore e a fondo perduto.
Siccome non credo molto nell’assistenzialismo sociale, ma nella crescita personale e professionale, gli diedi la possibilità di lavorare per me e guadagnarsi dei soldi (vitto e alloggio compresi) e lui, non solo non terminò il lavoro che gli avevo affidato, ma quello che fece fu eseguito con trascuratezza e creandomi anche dei danni. E per non farmi mancare proprio nulla, continuava pure a chiedermi anticipi monetari e favori personali.
La mia compagna, dopo questi episodi, mi disse: “Non capisco se sono più furbi loro o sei più stupido tu. So che tu sei buono e vuoi aiutare sempre le persone. Questo ti fa onore ed è uno dei motivi per cui ti amo, ma dovresti renderti conto che non tutti sono in buona fede ed hanno una coscienza tale per comprendere cosa sia la gratitudine e il rispetto. Queste persone sono dei parassiti e sono sempre stati abituati a vivere sulle spalle degli altri. In te hanno trovato una spalla su cui appoggiarsi e un portafogli tale da fornirgli un sostentamento economico che nessun’altro vuole dargli. Liberati di questa gente!”
Da tutto ciò compresi che dovevo aiutare solo quelle persone che realmente avevano bisogno nella vita e che avevano un minimo di rispetto per me e per il mio operato. Ci tengo a precisare che non mi interessa la gratitudine delle persone che aiuto, ma vorrei essere almeno considerato come una brava persona che non gli ha girato le spalle nei momenti di difficoltà e, possibilmente, non come uno strumento utile a qualcosa o un dispensatore di soldi.